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Via libera al bilancio di previsione 2023, Crudele: impegniamoci tutti per il bene comune

L’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della provincia di Isernia ha approvato il bilancio di previsione 2023.

Ai lavori dell’assemblea – nonostante i ripetuti inviti a partecipare – si sono tuttavia registrate poche presenze.

Una nota dolente che il presidente dell’Omceo Isernia, Fernando Crudele, ha rimarcato anche nel corso del suo intervento, ricordando che l’Ordine è la casa di tutti i medici: “L’Omceo – ha commentato Crudele - non è qualcosa di astratto, né qualcosa che ci viene imposto dall’alto. L’Ordine è la casa di tutti noi. Non a caso vive grazie alle quote che versiamo annualmente. Questa è la casa di tutti i medici, ma non è un fortino attrezzato per difendere i colleghi, bensì un punto di riferimento per la tutela della salute pubblica”.

Il presidente dell’Omceo Isernia ha inoltre rimarcato il ruolo del medico, esortando i colleghi non solo a fare squadra ma anche a impegnarsi nella società civile:

“Qualsiasi azione del medico – ha detto ancora Crudele - deve rispondere all’etica. Per questo non possono e non devono essere sottaciute - o, peggio, giustificate – le liti, le scaramucce e le battaglie in seno alla nostra categoria. Non è uno spettacolo edificante assistere alle continue diatribe tra vari settori della medicina, una sorta di guerra di tutti contro tutti.

Mi riferisco, solo per fare qualche esempio, agli ospedalieri che puntano il dito contro i medici del territorio e viceversa. Per non parlare delle lotte senza quartiere tra liberi professionisti. Chi parla male, chi calunnia, chi millanta pur sapendo di non dire la verità.

Permettetemi di dirlo: è uno spettacolo indecoroso, che finisce per incidere negativamente sull’immagine di tutta la categoria. E allora non meravigliamoci quando diventiamo facile bersaglio dell’opinione pubblica: anche noi ci mettiamo del nostro per screditare una professione in realtà nobile, alimentata dall’amore per il prossimo.

È un controsenso che un professionista che si impegna ogni giorno per salvare vite umane, sprechi poi il proprio tempo e le proprie energie per denigrare un suo collega. Non ha senso tutto questo.

A mio avviso, con l’impegno di tutti, bisogna cambiare passo. Occorre favorire al massimo il confronto tra i vari settori del mondo della medicina. Dobbiamo mettercela tutta per attenuare quel perenne conflitto che sta diventando veramente imbarazzante, se non fastidioso. Sta incidendo negativamente nel nostro vivere quotidiano.

Negli ultimi 25 anni, prima con il sindacato e poi con l’ordine, ho cercato in tutti i modi di favorire il dialogo tra i medici. Ho cercato di stimolare il dibattito, di creare occasioni propizie per recuperare l’unità d’intenti e raggiungere obiettivi condivisi. Lo dico con amarezza: purtroppo non ci sono riuscito.

Anche la riuscitissima Giornata del Medico - di scena al liceo scientifico Majorana - ha dimostrato che non c’è coesione tra noi. È vero, è stata una bella giornata, caratterizzata dalla presenza degli studenti che si apprestano a iscriversi a Medicina, dai neo colleghi che hanno fatto il simbolico giuramento, e dai riconoscimenti a medici che, pur avendo tanti anni di attività alle spalle, si sono emozionati come quando cominciarono a muovere i primi passi nel mondo della medicina.

Ebbene: tolti i premiati, dei circa 800 medici iscritti all’ordine, si sono presentati solo tre colleghi.

Eppure non era una semplice consegna di pergamene: era la Giornata del Medico, era l’occasione per incontrarci e rivendicare l’orgoglio di appartenere a questa categoria. Invece nulla di tutto questo.

Vorrei ricordare che l’ordine raccoglie tutti sotto un unico simbolo, un unico stemma. Non è - come ho detto – qualcosa di astratto, salvo diventare concreto quando serve qualcosa di pratico. Ma l’Omceo non è un ufficio comunale, è qualcosa che va vissuto direttamente, non solo da chi è stato eletto”.

“Questo senso di apatia, questa distanza che si avverte tra l’Ordine e i suoi iscritti, non fa di certo bene alla categoria. Sembra di vedere, nel nostro microcosmo, ciò che accade anche a livello provinciale e regionale: una terra in balìa degli eventi, rassegnata a soccombere, senza un benché minimo accenno di reazione da parte di quelli che dovrebbero essere gli attori protagonisti, i cittadini.  

Io a tutto questo non voglio rassegnarmi, non voglio credere che il nostro destino sia segnato, perché siamo noi i padroni del nostro destino, non altri. Ma se non ci mettiamo del nostro, poi è chiaro che si finirà per subire scelte imposte dall’alto.

E allora rilancio: vi invito a impegnarvi, ognuno di voi, in primis a recuperare l’unità d’intenti della nostra categoria. Per poi schierarci compatti, da professionisti, in difesa della nostra terra.

Non dobbiamo limitarci all’impegno professionale, dobbiamo andare oltre. Come categoria dobbiamo dare di più alla nostra terra, recentemente relegata da ”Il Sole 24 Ore” al penultimo posto in Italia per qualità della vita.

Non parlo di impegno politico, sia chiaro. Penso semplicemente che tutti, da cittadini e professionisti, dobbiamo fare la nostra parte per rendere più vivibile e accogliente la realtà in cui viviamo. Lo dobbiamo ai nostri figli, ma lo dobbiamo anche a noi stessi.

Troppo facile dire che le cose vanno male e che la colpa è della politica o degli altri. Ognuno di noi può e deve impegnarsi per costruire un futuro migliore per la nostra terra, sotto ogni punto di vista.

Non cediamo alla rassegnazione, lottiamo, come quando tiriamo fuori il meglio di noi per salvare una vita umana.

Anche noi, magari insieme ad altre categorie professionali, possiamo contribuire al rilancio e alla crescita della nostra provincia. Siamo classe dirigente, dobbiamo essere consapevoli del nostro ruolo.

In fondo l’impegno nel sociale fa parte della nostra missione, soprattutto in una realtà in cui gli effetti della crisi si fanno sentire in maniera devastante, insieme al taglio dei servizi. E non solo in ambito sanitario, come purtroppo sappiamo bene.

Smettiamola di pensare che questi sono problemi degli altri e che gli altri devono risolverli. Riguardano anche noi, perché anche noi viviamo qui, così come i nostri figli e le altre persone che ci stanno a cuore.

Soprattutto smettiamola di pensare che i colleghi sono “nemici”: così non si va da nessuna parte.

E allora, recuperiamo prima quell’unità d’intenti che in passato ha permesso a noi medici di raggiungere grandi obiettivi. E poi, con la stessa determinazione – ha concluso Crudele - impegniamoci per la rinascita del nostro territorio”.