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Ambulatorio Cardioncologia, D’Ambrosio accusa: Molise unica regione d’Italia a non averlo attivato

L’ambulatorio di Cardioncologia offre “un percorso assistenziale completo per il paziente oncologico candidato a terapie potenzialmente cardiotossiche”. Ma questi sono solo alcuni dei potenziali benefici. Certo è che questo modello permette di dare risposte più immediate ed efficaci al paziente. Non a caso è presente in tutte le regioni italiane, tranne una:  il Molise.

A denunciarlo è Cristiana D’Ambrosio, cardiologa in servizio al Veneziale di Isernia, oltre che tesoriere dell’Omceo Isernia. Da 7 anni – ha scritto in un post pubblicato su Facebook - si lavora comunque a tutela del paziente, ma l’Asrem questo ambulatorio a quanto pare non ha intenzione di istituirlo.

Ciononostante la dottoressa D’Ambrosio non si arrende e va avanti per la sua strada. Con l’augurio che i vertici della sanità regionale colmino al più presto questo grave ritardo.

Il suo sfogo su Facebook ha riscosso ampi consensi e solidarietà da parte dei pazienti, dei cittadini e dei colleghi.

Anche la stampa (qui l’articolo di IsNews) ha dato risalto alle riflessioni della cardiologa isernina che chiude il suo post con un’amara riflessione:  “Cosa c’è sotto? E soprattutto, cui prodest? Per quanto tempo professionisti e specialisti potranno scegliere di continuare a lavorare in queste condizioni in Molise? È ora che chi è pagato per questo, si assuma realmente le proprie responsabilità!”

Qui di seguito riportiamo integralmente le riflessioni che la dottoressa D’Ambrosio ha pubblicato sulla sua pagina Facebook:

“Le terapie antitumorali (chemioterapia, radioterapia e immunoterapia), possono avere effetti tossici sul sistema cardiovascolare, definiti nel loro complesso cardiotossicità, per tale motivo, è necessaria una stretta sinergia operativa tra oncologo e cardiologo, con l’obiettivo comune di ottimizzare sia la terapia antitumorale che la protezione del sistema cardiovascolare.

Da questa premessa nasce l’ambulatorio di Cardioncologia con l’obiettivo di fornire un percorso assistenziale completo per il paziente oncologico candidato a terapie potenzialmente cardiotossiche. Parallelamente, l’ambulatorio ha lo scopo di svolgere un servizio di sorveglianza nel tempo dei pazienti esposti a farmaci cardiotossici, allo scopo di prevenire complicanze come la disfunzione ventricolare, lo scompenso cardiaco, le aritmie, le problematiche tromboemboliche o l’ipertensione arteriosa. Si tratta di percorsi più definiti per i pazienti oncologici dove il cardiologo a questo punto deve valutare rischi e benefici della terapia oncologica e, laddove necessario, attuare i programmi di sorveglianza e di prevenzione cardiologica.

La valutazione cardiologica, quindi, viene effettuata da un cardiologo 'dedicato' all'Oncologia che conosce le terapie utilizzate, le tossicità e gli effetti collaterali, interazioni farmacologiche ed effetti 'sul cuore', come per esempio alterazioni elettrocardiografiche o possibili disionie che si possono riflettere a livello cardiaco. La visita cardiologica consiste in un’accurata anamnesi, un esame obiettivo, un ECG, un ecocardiogramma per una migliore valutazione del rischio di cardiotossicità.

Si tratta di un modello organizzativo presente già in tutte le regioni, che consente di dare risposte più immediate ed efficaci al paziente,

MA CHE IN MOLISE UFFICIALMENTE NON ESISTE.

Nonostante questo, già nel 2015, in stretta collaborazione con l’ex primario di Oncologia di Isernia, dottor Liberato Di Lullo , presentammo presso la Direzione Generale ASREM il primo progetto ad hoc, ma il risultato fu un nulla di fatto. Questo non poteva certo scoraggiare chi, di questa professione, ha fatto una scelta di vita e di passione. Per questo, ho continuato a lavorare in collaborazione con gli oncologi dell’ospedale Veneziale, organizzando di fatto un lavoro di cardioncologia ambulatoriale, pur in assenza di ufficialità, ma per non lasciare il paziente privo di un servizio che eravamo e siamo in grado di offrire più che dignitosamente. Tutto questo è avvenuto mentre ho continuato a fare formazione di livello, per non lasciare niente al caso: in primis frequentando un master presso l’Universita’ Federico II di Napoli, poi entrando come estensore delle linee guida AIOM per la cardiotossicità lungoviventi (Associazione italiana di oncologia media) nel 2020 e nella società ARCA (Associazione regionale cardiologi ambulatoriali) a livello nazionale, dove il mio ruolo è stato quello di responsabile di Cardioncologia insieme con altri due colleghi cardioncologi.

Di recente sono tornata alla carica presso l’Asrem, per perorare la causa di questo modello ogranizzativo che, ribadisco, in tutte le regioni d’Italia c’è già e funziona! Questa volta sono andata insieme al dottor Giglio, primario di Oncologia dell’ospedale di Campobasso, e alla dottoressa Traficante, responsabile di Oncologia al Veneziale Isernia. Risultato: anche stavolta un nulla di fatto, nonostante l’idea progettuale fosse suffragata da numeri certi che non avrebbero stravolto l’idea di sanità, o presunta tale, dei nostri dirigenti.

Tuttora l’ambulatorio viene svolto, come ormai da sette anni, senza personale infermieristico di ausilio e senza che sia ufficializzato. Le prestazioni vengono eseguite per mia abnegazione oltre al lavoro ufficiale, per amore di questo lavoro e dei pazienti che mi pregio di assistere.

In Molise, insomma, non si intende motivare i professionisti medici che già ci sono. Valorizzarne le competenze maturate in anni di studi specifici permetterebbe di creare una struttura in via ufficiale quando la stessa, di fatto, esiste già, garantendo maggiori certezze ai pazienti e all’intero sistema regionale: le scelte aziendali, invece, vanno in direzione opposta, senza motivazioni di sorta – economiche o gestionali – che tengano.  Cosa c’è sotto? E soprattutto, cui prodest? Per quanto tempo professionisti e specialisti potranno scegliere di continuare a lavorare in queste condizioni in Molise? È ora che chi è pagato per questo, si assuma realmente le proprie responsabilità!”.